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Carnevale 1999

Alla inaugurazione, nel 1999, della nuova stagione del veglione il Gruppo 2001 si presenta in gran spolvero con una formazione che si può considerare come una sorta di nazionale dei gruppi mascherati. Infatti, ai due pezzi storici, ma non per questo da museo, Paolo e Massimo, si affiancano tre vecchie conoscenze del pubblico delle Fontanelle: Enzo Cucco che ha militato in vari gruppi mascherati (Gruppo alberghiero, Gruppo X, Gruppo alfa e Gruppo 2001 nella maschera del 1987), Vincenzo Perrini (Giullari, Gruppo teatro incontro), già con i 2001 nel 1981, e Enzo Meli, già con i Giullari e il Gruppo poeta, per anni indiscutibile e indiscusso punto di forza della zza Cicca, per la qual cosa si è dovuto redimere prima di entrare a far parte definitivamente del Gruppo 2001, dopo avervi esordito nel 1985 in occasione della bella maschera Secondo te, che gusto c’è?

Nel corso delle tre serate, il gruppo presenta un riuscito revival intitolato Momenti di gloria, nel quale vengono riproposte le cose migliori degli anni ’80, compresi alcuni filmini del 1981 e le diapositive del 1983, e una maschera nuova di zecca. Il titolo, Caro sindaco ti scrivo, fa riferimento alla petizione promossa dal Gruppo 2001 per sensibilizzare – ma invano – il sindaco, l’amministrazione e la cittadinanza sul problema, caro a tutti i gruppi mascherati e mai seriamente affrontato, della ristrutturazione e riapertura del Cine teatro Le Fontanelle “entro il 2001”.

Per la serata conclusiva del Carnevale 1999 furono stampate un migliaio di cartoline, distribuite in piazza e al pubblico del Cine Astra per la compilazione e la firma e quindi recapitate al sindaco il quale si guardò bene dal prenderle in qualche considerazione, se non altro per l’esorbitante numero.

La maschera si dipana attraverso le vicende delle elezioni amministrative del 1997 rivisitate, in particolare, con una canzone dal ritmo trascinante, Ahi, comi mi pìenninu i ggiumma dû portò, cantata tutta d’un fiato negli oltre sette minuti della sua durata. La parte finale della maschera è interamente riservata alla ricostruzione, in chiave farsesca, della raccapricciante storia della bolletta telefonica recapitata al Municipio dell’iperbolico importo di dodici milioni di lire derivante, in base a quanto si disse allora, da reiterati collegamenti, non si è mai saputo bene da parte di chi, a numeri a luci rosse. La vicenda, narrata attraverso un lungo medley di canzoni (Astro del ciel; Marina; Tammuriata nera; di san gugliermu fin’o sirufu; Musetto; Ma che colpa abbiamo noi?) e resa in maniera egregia – come il resto della maschera, d’altra parte – ha acceso l’entusiasmo di quel pubblico che, dopo nove anni, ritornava ad assiepare la sala del veglione. Eravamo tutti contenti: era ritornato il veglione col suo pubblico, erano ritornate le maschere, era ritornato il Gruppo 2001. E stavolta per sempre.

La genesi di questo memorabile pezzo sulle telefonate a luci rosse è davvero singolare e merita di essere ricordata. Eravamo impegnati a provare alcune parti quando Vincenzo Perrini, già inquieto da un bel po’, si allontanò per andare a cercare parrucche e vestiti nel suo guardaroba teatrale. “Sto tornando” furono le sue ultime parole. Conoscendo il nostro pollo - ora di curtu un s'arricampa, commentammo - e avendo ormai poco tempo a disposizione per completare il copione, pensammo bene di dare inizio alla stesura di quell’ultimo pezzo sui numeri hot che venne fuori con incredibile naturalezza: la penna scorreva sul foglio senza indugio, non una cancellatura, come se quelle battute, quelle rime, quei motivi li stesse dettando qualcuno, naturalmente via telefono.

Quando Perrini – udite bene – dodici ore dopo, fece ritorno giulivo e saltellante per riprendere le prove, esordì come sempre fa quando è in ritardo: “Vuatri mancu v’u fuurati cchi mi capitàu”. Poi, vedendo che il pezzo – e che pezzo! – era bell’è pronto, non si perse d’animo e si ascrisse ogni merito dell’impresa argomentando in questo modo: “Certo che se io non avessi ritardato tanto, voi non avreste avuto mai l’opportunità di scrivere questo pezzo”.