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Carnevale 2009


Sulla scorta dell’altissimo gradimento registrato con la Macchina del tempo e ritenendo poco soddisfacente l'organizzazione del veglione, il Gruppo 2001 decide di ripetere l’esperienza dello scorso anno e organizza due serate, sabato 21 febbraio e martedì 24 febbraio, nell’auditorium del Liceo scientifico.

Non pochi sono stati i tentativi, da parte dei cosiddetti custodi della tradizione, di far fallire l’iniziativa. Evidentemente disturba il fatto che un gruppo, non allineato con il Pensiero Unico, possa decidere liberamente di rappresentare uno spettacolo nei modi e nei luoghi che più ritiene idonei.

Il qualificato pubblico, numerosissimo in entrambe le serate, dimostra di tenere in nessuna considerazione gli appelli lanciati da qualche gruppuscolo, anche mascherato, e i maldestri tentativi di screditare l’iniziativa, messi in atto da chi mal digerisce l’autonomia di pensiero, l’assoluta libertà e le maschere del Gruppo 2001. Il gruppo che a qualcuno cci aggruppa. Così, anche quest’anno, si sono dovuti ascoltare i soliti latrati: “Una nota non certo gradevole l’attribuiamo, com’è successo anche l’anno scorso, al Gruppo 2001 che, con spirito polemico e disgregante ha snobbato la pur scalcinata organizzazione”. Qui occorre precisare che:

  1. il Gruppo 2001 non ha mai definito scalcinata l’organizzazione del veglione. Semplicemente non ne condivide le linee guida;
  2. se spirito disgregante significa richiamare, in due serate, in un auditorium di limitata capienza, un migliaio di persone che vogliono assistere a uno spettacolo di satira di sicura qualità, allora bisognerebbe chiedersi che tipo di spirito è quello che anima chi agisce con intenti aggregativi e, pur disponendo di uno spazio di gran lunga più esteso, riesce a calamitare solo un numero esiguo di persone;
  3. chi emette questi latrati pensa (oddio) che, essendo lo spirito polemico l’ingrediente unico impiegato per la sua costruzione, per il resto della popolazione mondiale sia stata utilizzata la medesima ricetta.

Lo spettacolo, perché di questo si tratta e non di altro ormai, ha per titolo U bastarduni e chi vi ha voluto trovare elementi allusivi (eh, malafidusi!) è rimasto deluso. Nell’introduzione, infatti, Paolo ha precisato che quest’anno è stato allestito uno spettacolo teatrale polivalente

che comprende cabaret, operetta, canzonetta,
commedia, teatro dell’assurdo e sceneggiata.
Nna na parola vinni fora un mmiscarò,
inveci d’un ternu mascaruni,
e noi, per questo,
l’abbiamo chiamato u bastarduni.

Come è ormai consuetudine, il Gruppo 2001 mescola le carte e mette in scena uno spettacolo completamente diverso, soprattutto nella struttura, rispetto al precedente. Quest’anno l’elemento innovativo è costituito dai continui cambi di scena e di genere. Si va dall’iniziale balletto della "Vedova allegra" ambientato fra il pubblico e inframmezzato con battute fulminee, allo sconfortato monologo del sindaco (Vincenzo Perrini) sulla sua solitudine politica, che diventa un dialogo con la sua coscienza, al contempo il grillo di Pinocchio e il suo avversario del 2007, Campo. Si passa, quindi, alla sceneggiata per rappresentare la dichiarazione d’amore che il sindaco (stavolta Enzo Meli) manifesta al presidente della Regione Lombardo (interpretato nella sua strascicata dizione catanese da Massimo) perché lo accolga nel Movimento per l’autonomia siciliana. In un tradizionale cabaret si rappresenta, poi, la tormentata vicenda della surroga dell’assessore alla cultura che parte con una straordinaria quanto filologica interpretazione in dialetto pollinese da parte di Massimo, della moglie di Carmelo Mazzola che inveisce – quasi una canzone di sdegno – contro il sindaco, e culmina in un demenziale dialogo tra Enzo Meli e Perrini i quali continuano a chiedersi con chi mai sia stato sostituito il vecchio assessore: – Ccu ccu? – Ccu Cuccu!, in un tormentone che sarebbe potuto durare all’infinito. Lo sgorgo di acqua torbida dai rubinetti, protrattosi per l’inverno 2008/2009, è stato rappresentato in una taverna, nello stile della commedia popolare, nella quale viene magistralmente  inserita la situazione classica dell’avanspettacolo quando dalla sala uno o più spettatori si alzano per apostrofare il presentatore o l’attore. Qui l’idea, riuscitissima, è stata quella di infiltrare fra il pubblico i due bravissimi attori Pierino Castiglia e Giacinto Cangelosi i quali, avendo fatto finta di essere stati offesi da alcune battute indirizzate a loro familiari, a più riprese hanno interrotto lo spettacolo, simulando anche un principio di rissa, facendo credere seriamente che si trattasse di qualcosa di spontaneo. L’inconsapevole pubblico, nella circostanza diventato attore, ha reagito nei modi più disparati: qualcuno si è seriamente preoccupato (amunì ca ccà malamenti è a cosa), molti altri si sono stizziti per la sfrontatezza con cui questi due individui si sono permessi di interrompere lo spettacolo; altri erano pronti a intervenire; altri ancora, pur con qualche perplessità, hanno pensato vùogliu crìdiri?, sarà uno scherzo, è carnevale!

Dunque più che di una maschera si è trattato di uno spettacolo di grande comicità, in cui il Gruppo 2001 ha forse toccato l’apice della creatività, dipanatosi in un tourbillon di battute, di improvvisazioni, di situazioni grottesche, egregiamente rese da tutti i protagonisti sul palco e sapientemente punteggiato con una colonna sonora ricca e raffinata affidata alle chitarre di Enzo e Paolo, al portentoso contrabbasso di Paolo Badami e alla fisarmonica di Francesca Librizzi che ha sbuffato senza sosta per chetarsi dolcemente sull’ultimo assolo della onirica “Carissimo Pinocchio” e lasciare il campo ai calorosi applausi per mezzo dei quali il pubblico ha voluto idealmente abbracciare il Gruppo 2001 per questa nuova indimenticabile pagina scritta.